Dott.ssa Anna Bernabei

Dott.ssa Anna Bernabei

La dismenorrea è quel dolore al basso ventre che affligge tante donne mensilmente ogni volta che compare il ciclo mestruale. 
Colpisce dal 45 al 95 per cento delle donne, a seconda degli studi. Nonostante questa elevata prevalenza, è poco studiata e spesso non adeguatamente presa in considerazione e curata: le donne stesse finiscono per accettarla come una normale conseguenza delle mestruazioni.

Si tratta in genere, di un dolore crampiforme o a colica, costante che si irradia alla schiena o alle gambe, ma che può essere anche un dolore sordo localizzato ai quadranti inferiori dell’addome; a volte così forte da ridurre enormemente la qualità della vita costringendo la ragazza ad abbandonare la scuola, a rinunciare a gare sportive, a evitare esami o impegni importanti, o inducendo la donna adulta ad abbandonare l’attività lavorativa; talvolta costringe la donna a letto per intere giornate.    

Il dolore può iniziare prima o contemporaneamente alle mestruazioni, tende a raggiungere il massimo dopo 24h e, in genere, tende a scomparire nell’arco di 2 giorni. A volte sono espulsi frammenti di endometrio (dismenorrea membranosa) o coaguli. Frequentemente sintomi come la cefalea, la nausea, la stipsi, la diarrea, la pollachiuria e il vomito accompagnano in maniera più o meno accentuata il dolore.

Si possono distinguere due forme di dismenorrea:
Dismenorrea primaria in cui il dolore pelvico non è associato ad acuna patologia organica. Si manifesta in genere uno o due anni dopo la comparsa del menarca ( la prima mestruazione) e scompare quasi sempre dopo la prima gravidanza. È legata ai cambiamenti ormonali dovuti ai cicli ovulatori e, in particolare, ad un’eccessiva produzione di prostaglandine (sostanze che provocano contrazioni spastiche e dolorose dell’utero). Nella dismenorrea primaria il dolore può manifestarsi qualche giorno prima dell’inizio della mestruazione e protrarsi fino ai primi tre giorni dall’inizio del flusso mestruale.
Dismenorrea secondaria in cui il dolore insorge generalmente in età più tradiva rispetto alla primaria e può essere causata dalla presenza di una malattia organica: le condizioni ginecologiche più comuni che sono alla base di dismenorrea secondaria sono lendometriosi’, l’adenomiosi, le cisti ovariche, i fibromi uterini, le malformazioni congenite, le infiammazioni pelviche, il varicocele pelvico, la presenza di dispositivo intrauterino ecc. Le patologie non ginecologiche che possono causare dismenorrea sono l’appendicite, le infezioni delle vie urinarie, le coliche renali, le coliche biliari, la sindrome dell’intestino irritabile ecc.

Le donne affette da dismenorrea hanno una maggiore sensibilità al dolore non solo nella fase mestruale ma anche, e questo è un dato estremamente significativo, negli altri giorni del mese; l’aumento della sensibilità algica predispone ad altre patologie caratterizzate da dolore cronico: in particolare, la dismenorrea è un fattore di rischio per la fibromialgia; la dismenorrea influisce negativamente sulla qualità della vita, sull’umore e sulla qualità del sonno.

Quale è quindi il giusto approccio diagnostico e terapeutico al dolore mestruale ?

Un dolore mestruale lieve in una giovane donna è da considerarsi normale, e non necessita quindi né di visite ginecologiche né di esami diagnostici. Se il dolore è accentuato e ricorrente, è opportuno eseguire una visita ginecologica ed eventualmente un’ecografia pelvica per escludere la presenza di cause organiche. Se queste procedure sono negative, non è il caso di praticare ulteriori esami. 

In seguito si potrà ricorrere, per risolvere il disturbo, al trattamento più idoneo. In particolare, per la dismenorrea primaria il medico potrà consigliare i farmaci antinfiammatori-antidolorifici/antispastici. L’accorgimento è quello di assumere le compresse non appena compaiono i primi dolori, senza aspettare che essi diventino forti, in modo da bloccare subito la produzione di prostaglandine. Nei casi in cui le mestruazioni sono molto regolari e il dolore è prevedibile, perché si manifesta sempre, si può iniziare la somministrazione di questi farmaci anche in anticipo, in forma preventiva, senza aspettare che compaia la sintomatologia. Si tratta di farmaci ben tollerati e con effetti collaterali scarsi o assenti se presi solo per qualche giorno al mese, non è il caso di cercare di sopportare il dolore per non prenderli.

In alcuni casi – i più resistenti – la terapia con antidolorifici non è sufficiente, e il dolore e altri sintomi continuano a tormentare la donna. In questi casi di solito si ricorre agli estroprogestinici orali, cioè alla pillola. Come già detto la dismenorrea compare soprattutto nei cicli con ovulazione, perché probabilmente la secrezione di prostaglandine riconosce una causa ormonale. La pillola sopprime l’ovulazione, e la sua efficacia nel controllare la dismenorrea è elevatissima, spesso con scomparsa completa del disturbo. Ciononostante, alcune pazienti continuano ad avere dei dolori mestruali. In questo caso si possono benissimo associare degli antidolorifici.

Altri trattamenti che hanno dimostrato di possedere una certa efficacia sono il magnesio e la vitamina B1. Sono in commercio prodotti per la dismenorrea che associano preparati di erboristeria con queste sostanze. Questi preparati si dovrebbero assumere nei 7-10 giorni precedenti la comparsa del ciclo.
Inoltre, un’alimentazione ricca di vitamina B1 (tiamina), calcio e magnesio e povera di grassi sembra in grado di migliorare il dolore mestruale (dismenorrea). La vitamina B1 è molto diffusa nei vegetali, tra i quali i più ricchi sono i cereali, dove si trova soprattutto nel germe e nella crusca. 

Particolarmente ricco è il lievito di birra, ma anche la carne di maiale, il fegato e la frutta secca in guscio. Se le fonti alimentari non sono sufficienti è possibile una supplementazione giornaliera con tiamina e con calcio o, in alternativa, l’assunzione nei 7 giorni prima delle mestruazioni di preparazioni erboristiche ricche di tali sostanze.


In caso di dismenorrea secondaria è necessario diagnosticare la patologia o l’anomalia all’origine del problema per approntare una cura specifica, farmacologica o chirurgica che sia.Quindi, come sempre, il buon senso deve avere la meglio: dolori mestruali lievi possono essere trascurati, ma dolori forti e persistenti necessina di approfondimenti diagnostici e cure adeguate, mirate e personalizzate.